Introduzione alla storia e all’utilizzo dei pendoli

Un pendolo è un oggetto puntiforme,ancorato ad un punto di sospensione che altro non è che un filo inestensibile.

La gravità agisce sulla massa del corpo rigido provocandone il moto.

La regolarità del suo moto oscillatorio fu scoperta da Galileo Galilei nel XVII e Christiaan Huygens nel 1656, creò e depositò il primo brevetto di orologio a pendolo.

In ambito esoterico il pendolo veniva utilizzato principalmente in radioestesia, una disciplina pseudoscientifica che ha origini antichissime e che viene ancora utilizzata, principalmente per il ritrovamento di oggetti scomparsi o fonti d’acqua.

Il termine radioestesia deriva dal latino radius:”raggio, radiazione” e dal greco αἴσϑησις (âisthēsis) ovvero “percezione”.

La radioestesia per come la conosciamo noi ha origine in Germania nel 1400 e nasce con l’intento di ritrovare dei metalli, questa tecnica verrà successivamente implementata anche dai minatori inglesi, ma l’utilizzo del pendolo in rabdomanzia è ben più antico:

di fatti ne è stato scoperto uno in Egitto, in un sarcofago ubicato nella valle dei Re: il pendolo di Thoth, attualmente in possesso della famiglia De Belizal, è in gres e pesa 22gr.

Nell’antica Roma i sacerdoti preferivano l’uso del pendolo alla bacchetta.

Si narra che Flavio Valente, durante una congiura a suo danno, si affidò all’utilizzo di un pendolo improvvisato, legando un anello ad un filo, per scoprire chi lo aveva tradito.

Il corpo rigido puntiforme del pendolo può essere realizzato in qualsiasi materiale ecluso il ferro magnetizzato.

Possiamo dunque trovare pendoli realizzati in legno, pietre dure, vetro, terracotta, metalli di vario tipo, plastica e plexiglass.

Il pendolo può essere di diverse forme (generalmente si sconsigliano quelli di forma asimmetrica), le più comuni sono: sferica, a goccia, ovale, a ghianda, conica o a spirale e infine arriviamo a pendoli più particolari come quello Egizio che hanno uno spettro di emissione opposto rispetto ai pendoli classici, caratteristica dovuta dalle sue forme, calcolate matematicamente dal suo inventore.

Il pendolo è uno strumento che ci permette tramite pochissime, semplici risposte che interpreteremo in base al suo moto, di giungere ad una conclusione rispetto al quesito che gli andremo a porre.

La scelta del pendolo come strumento radioestetico o divinatorio è sempre una questione intima, è importante instaurare un feeling “a prima vista” con il nostro lo strumento, questa sincronizzazione tra l’operante e lo strumento amplificherà le percezioni dello stesso aumentandone l’efficacia.

Molti pendoli moderni vengono realizzati in metallo e pietre dure, unendo alla radioestesia la cristalloterapia.

Avremo dunque degli strumenti che amplificano il feeling con l’operante mediante la connessione col cristallo utilizzato.

Analizziamone alcuni nello specifico:

Il pendolo in quarzo ialino (o Cristallo di Rocca): é un pendolo adatto ad indagini introspettive che hanno un legame diretto con l’operatore stesso.

Il quarzo ialino inoltre opera sulla concentrazione del soggetto che lo sta utilizzando rendendo di conseguenza più preciso l’utilizzo dello strumento;

Il pendolo in quarzo rosa, pietra legata al chakra del cuore e a tutta la sfera emotiva riguardante i rapporti affettivi, sarà particolarmente indicato nel caso di indagini inerenti ai legami affettivi. Promuove nell’operatore una sensazione di pace e accoglienza.

Il pendolo in ametista, pietra legata al sesto chakra, è indicato sia per i lavori di mappatura e ricerca che per la divinazione,induce uno stato di calma e concentrazione nell’operatore.

Il pendolo in corniola, pietra legata al secondo chakra, stimola la fase meditativa, infonde sicurezza nell’operatore e ne stimola la vena creativa.

Il pendolo in diaspro, pietra associata sia al primo che al secondo chakra, infonde coraggio e onestà, aiuta ad affrontare le situazioni difficili e promuove l’armonia.

Il pendolo in lapislazzuli, pietra associata sia al quarto che al sesto chakra, amplifica le capacità psichiche di chiaroveggenza, promuove l’intuito e la connessione con il mondo spirituale.

Il pendolo in onice, pietra associata al primo chakra, scherma dalle energie negative , promuove l’introspezione e aiuta ad affrontare i demoni interiori con coraggio.

E’ particolarmente indicato l’uso nelle pratiche di guarigione e divinazione.

Il pendolo in pirite, pietra associata al terzo chakra, dona energie e promuove apertura, empatia e lealtà verso il prossimo, dona ottimismo e aiuta nella risoluzione di conflitti interiori.

Il pendolo in kunzite, pietra associata al quarto chakra, aiuta a mantenere la calma in situazioni di stress, promuove la connessione con energie più alte, aiuta a mantenere il focus sul proprio obiettivo nei periodi in cui si è incostanti.

Il pendolo in acquamarina, pietra associata al quinto chakra, è uno strumento in grado di chiarificare il pensiero, eliminando ansie e dubbi.

Attira energie alte e pulite, promuove sincerità, ordine, concentrazione.

Il pendolo in ossidiana, pietra associata al primo chakra, ha funzione di protezione: scherma dalle energie negative convertendole in energie pulite, promuove il radicamento e aiuta a superare shock e paure.

Il pendolo in sodalite, pietra associata al quarto chakra, è particolarmente indicato nei lavori terapeutici, la sodalite amplifica le percezioni extrasensoriali, stimola e velocizza i processi di guarigione.

Il pendolo in unakite, pietra associata al terzo e al quarto chakra, favorisce la crescita personale e spirituale, promuove il radicamento e aiuta ad eliminare i blocchi energetici, favorisce la concetrazione ed elimina i pensieri tossici ricorrenti.

Il pendolo in ematite, pietra associata al primo chakra, è indicato nel trattamento di traumi importanti collegati ad esperienze dolorose, grazie alla sua capacità di tramutare le energie negative in positive.

Oltre alla funzione protettiva, l’ematite migliora la qualità del sangue donando al corpo fisico nuove energie.

Il pendolo in mokaite, pietra associata al primo chakra, grazie al suo legame intenso con la terra e la natura,è indicato nelle operazioni di ricerca nel sottosuolo, eleva lo spirito, fortifica il legame con gli antenati.

Il pendolo in giada verde, pietra associata al quarto chakra, allontana la sfortuna, attira i beni materiali, mantiene l’equilibrio tra mente,corpo e spirito.

Il pendolo in prehnite, pietra associata al quinto chakra, allontana le energie negative, aiuta a elaborare blocchi e traumi, rafforza la conoscenza di se portando grande introspezione.

Il pendolo in pietra di luna, pietra associata al settimo chakra, legata al femminile, alle lune e alle maree, ha il compito di proteggere la donna in ogni ciclo della sua vita, soprattutto durante la gravidanza e il parto. Porta serenità alle persone con tendenze ansiose, si dice che la pietra di luna porti fortuna.

Il pendolo in calcite azzurra, pietra associata al quarto chakra, scioglie i blocchi energetici, aiuta i taciturni ad esprimere le proprie idee,è un’ottima compagna durante i viaggi astrali e rasserena le menti turbate.

Il pendolo in avventurina, pietra associata al quarto chakra, è considerata un portafortuna sin dall’antichità. Dona serenità, ottimismo, stimola la creatività e placa la rabbia.

Il pendolo in pietra del sole, minerale associato al terzo chakra, dona un’energia portentosa, amplifica l’energia degli altri minerali, accelera i processi di guarigione, attira beni materiali,

aiuta chi la indossa a ritrovare il buon umore, allegria e positività.

Il pendolo in occhio di tigre, pietra legata al terzo chakra, è un ottimo scudo contro le energie di soggetti negativi, attira prosperità materiale, infonde coraggio e fiducia, aiuta a mantenere la concentrazione.

Il pendolo in malachite, pietra associata al quarto chakra, aiuta ad affrontare i cambiamenti con positività e coraggio, è una pietra rigenerativa, assorbe l’energia negativa convertendola in positiva, aiuta gli introversi ad aprire il cuore a nuove amicizie e relazioni.

Il pendolo in agata, disponibile in diversi colori, ha diverse proprietà: promuove la concentrazione, dona chiarezza mentale e tranquillità, dona equilibrio mentale e fisico.

I pendoli Karnak (detti anche pendoli di Thoth) sono riproduzioni fedeli di quelli ritrovati in Egitto nella Valle dei Re, le loro origini sono antichissime, si presume risalgano a 2000 anni prima della venuta di Cristo.

I pendoli Karnak possono essere in legno o metallo, il loro utilizzo è particolarmente indicato nella ricerca di radiazioni sotterranee, nei trattamenti a distanza o nella ricerca di oggetti o persone smarrite.

Il pendolo Karnak Metatron è uno strumento con serbatoio, basterà svitarlo per potervi inserire dei piccoli cristalli del minerale desiderato.

Il cubo di Metatron raffigurato nel pendolo è un simbolo della geometria sacra che prende il nome dell’arcangelo Metatron, presente nella Qabbalah l’arcangelo più vicino a Dio.

Il cubo di Metatron viene raffigurato partendo dalla costruzione dei 5 solidi di Platone:

l’esaedro (stabilità, controllo), l’ottaedro (equilibrio), l’icosaedro (amore, purezza), il dodecaedro (spiritualità, intuito).

E’ uno strumento potentissimo di purificazione e protezione.

Come purificare e caricare i pendoli.

Esistono diversi metodi per purificare i pendoli, qui vi parleremo di quelli più comuni!

– Acqua: il consiglio sarebbe quello di purificare il vostro pendolo immergendolo in un corso d’acqua naturale.

– Incensi: potete purificare il vostro pendolo “immergendolo” nei fumi di uno smudge di salvia bianca, di palo santo o di benzoino in resina.

– Sale: riempite un piattino di sale e poggiatevi sopra un altro piattino che contiene il vostro pendolo.

– Terra: lasciate che il vostro pendolo venga cullato dalla madre, lasciatelo riposare nella nuda terra.

Una volta purificati, i pendoli possono essere caricati alla luce della luna (quasi tutti), meglio piena o al massimo crescente, eccezione fatta per metalli, legno e pietre la cui energia è associata al sole.

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